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Di che potenza parliamo?

MA DI CHE POTENZA PARLIAMO?
E’ ormai divenuta una consuetudine, esclusiva del mercato italiano degli UPS, creare una notevole confusione sulla reale potenza nominale erogabile dal Gruppo Statico di Continuità.
Si assiste così al proliferare di termini quali potenza informatica, computer power, potenza switching, etc., che non hanno alcun fondamento tecnico e si basano esclusivamente sulla “fantasia” del venditore che propone il prodotto.
La conoscenza dei seguenti parametri è di fondamentale importanza nella scelta del dimensionamento di un Gruppo di Continuità.

INFORMATICA (VAi)
Si tratta di un valore non scientifico ma di una stima convenzionale, nata dall’esigenza di rapportare il valore di potenza effettivamente assorbito dagli alimentatori dei Personal Computer alla potenza degli UPS.
Sugli alimentatori dei PC viene dichiarata una potenza espressa in VA (Volt-Ampere) o in W (Watt) sovradimensionata (normalmente almeno doppia rispetto a quella effettivamente assorbita dall’intero PC), questo sia per le caratteristiche intrinseche degli alimentatori switching (cos j molto basso circa 0,6) sia per il consumo sempre più ridotto dei componenti che compongono l’intero PC (hard disk, mother board, ecc.).
Per non sovradimensionare eccessivamente l’UPS rispetto al PC da proteggere, può risultare utile indicare una potenza stimata, denominata informatica ed espressa in VAi (Volt-Ampere-Informatico), doppia rispetto alla potenza in Watt effettivamente erogata dall’UPS.
Alcuni produttori di UPS, purtroppo, hanno strumentalizzato eccessivamente queste argomentazioni per aumentare la loro competitività economica a scapito dell’Utenza, dichiarando una potenza informatica pari a 3 o più volte la potenza espressa in Watt arrivando così addirittura ad attribuire una potenza di 2.200 VAi ad un UPS di appena 487 Watt.

POTENZA APPARENTE (VA, kVA)
Si definisce come: P app = V x A
dove V è la tensione di alimentazione del carico (Volt) e A è la corrente assorbita dal carico (Ampere).
Questa espressione indica il valore di potenza quando la corrente è in fase con la tensione.
In realtà, nei circuiti più comuni, la corrente è sfasata di un certo angolo phi, in ritardo oppure in anticipo, rispetto alla tensione. Tale angolo phi è di difficile calcolo, pertanto, sui documenti e/o targhette dei carichi è normalmente riportato il valore di potenza apparente.
La Potenza Apparente Permanente dell’UPS viene definita relativamente ad un carico permanente in VA o KVA con cos phi (fattore di potenza) specificato (di solito tra 0,6 e 0,8).

POTENZA ATTIVA (W, kW)
Si definisce come: P att = Papp x cos phi
dove cos phi è il fattore di potenza.
E’ la potenza che effettivamente agisce nel circuito ed è inferiore (carichi reattivi: cos phi <1) o uguale (carichi resistivi: cos phi =1) alla Potenza apparente.
La potenza attiva e il cos phi dei carichi sono raramente indicati perché di difficile calcolo.
La Potenza Attiva dell’UPS espressa in W o kW è la reale potenza erogabile dall’UPS.

Nota:
Le definizioni tecniche riportate relative alla potenza apparente e attiva, sono state tratte dal volume “Gruppi Statici di Continuità – Guida Europea” a cura del CEMEP (Comitato Europeo Costruttori Macchine Elettriche ed Elettronica di Potenza), pubblicato nel 1999.

FATTORE di Potenza (cos phi, p.f.)
Il fattore di potenza (power factor) è il valore del coseno del’angolo di sfasamento tra tensione e corrente.
Tale valore è uguale a 1 in caso di sfasamento nullo (es. carico puramente resistivo).
Per i carichi informatici il cos phi varia normalmente tra 0,5 e 0,7.

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